L’impegno socio-politico
Nell’ambivalenza dei processi di cambiamento che i cristiani sono chiamati ad esprimere
con forza e creatività la loro ispirazione evangelica e comunitaria per ritrovare un giusto equilibrio
tra libertà e giustizia, ma anche inventare nuove forme per l’annuncio della “bella
notizia“ del Vangelo.
Sempre di più ci si rende conto che la democrazia ha aperto spazi nuovi per tutti, questa situazione
di libertà consente alla Chiesa di vivere con maggiore libertà la sua missione
d’annuncio del Vangelo e del suo messaggio di promozione umana, nel quale si collocano
quelli che il Santo Padre ha definito “valori indisponibili”, che non dobbiamo vivere e interpretare
come divieti e proibizioni, ma collocarli nella logica della difesa della dignità e liber
tà dell’uomo e questo richiedeun nuovo e forte impegno dei cristiani in tutti gli ambiti del vivere comune, dal sociale all’economico, fino alla dimensione
dell’impegno politico.
La democrazia è il luogo in cui i cristiani devono mettere in campo un esercizio di presenza
nelle forme e nei modi più rispondenti alla loro vocazione. Questo nuovo impegno esige che
si recuperi un forte spirito ecclesiale e nello stesso tempo una attenzione fraterna verso gli
uomini che sperano, soffrono e si battono per un mondo migliore. In questo contesto occorre
non avere vergogna del Vangelo, non nascondere la nostra identità di cristiani. Non si tratta
di esibirla ma di renderla visibile nei nostri modi di fare e di essere, con umiltà, certo, ma
anche senza falsi pudori.
Questa presenza esige che si agisca in un nuovo spirito di comunione fraterna in cui ognuno
di noi si rapporta amorevolmente all’altro e agli altri mettendo in campo azioni ed iniziative
comuni tese a:
1. Valorizzare le risorse e le relazioni umane nel territorio e nelle parrocchie;
2. Generare progetti capaci di mettere insieme, di attivare risorse e di coinvolgere;
3. Riproporre il valore della solidarietà, la pratica della sussidiarietà e della responsabilità;
4. Promuovere ed educare ad una cittadinanza responsabile.
NUOVI RAPPORTI CON LA POLITICA
L’affermazione dell’autonomia e della “politicità” propria del sociale, non può estraniarci
dalla dimensione politica e dal perseguimento di sempre più ampi spazi di cittadinanza. Poiché
le questioni si presentano ai nostri occhi come complesse, su questa base dobbiamo impegnarci
a costruire un nuovo “discorso pubblico”. Le sfide che abbiamo di fronte sono
straordinarie. Ripensare la società, la politica in termini di questione antropologica significa
comprendere ciò che è il senso profondo, soggettivo per le singole persone dei grandi processi
di globalizzazione così come li viviamo ogni giorno.
Da qui l’urgenza di una proposta personalista, cioè di una visione della società,
dell’economia, della politica, della scienza e della tecnica che si fondino sulla persona. È
dalla novità di queste sfide e dal loro carico di questioni che germina l’esigenza di una nuova
proposta culturale, sociale e politica di stampo personalista, intesa come capacità di tenere
insieme la questione antropologica con le nuove dimensioni della questione sociale.
Questo nuovo esercizio di presenza deve esercitarsi a tutto campo, occorre un impegno socio-
politico che si eserciti soprattutto nei luoghi della vita, e non solo in quelli deputati alla
politica, che, purtroppo, tendono sempre di più a divenire esclusivi.
Savino Pezzotta, presidente della Fondazione per il Sud
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