Toti tui

Archivio per agosto, 2005

Grande, Hilary!

GB: TETRAPLEGICA TRAVERSA MANICA SU BARCA SPINTA ‘A FIATO’
LONDRA – Con la sola forza del respiro una tetraplegica britannica è riuscita oggi ad attraversare la Manica a bordo di una barca a vela governata attraverso comandi impartiti soffiando in due tubicini di gomma. Hilary Lister, 33 anni, è partita questa mattina da Dover,in Inghilterra, e sei ore e 13 minuti dopo è arrivata a Calais, in Francia.

E’ la prima persona tetraplegica a compiere una traversata così lunga – 35 chilometri – in solitario. La donna da quattro anni è completamente paralizzata a causa di una malattia degenerativa del sistema nervoso. Prima che la malattia la costringesse su una sedia a rotelle, Hilary conduceva una vita attiva. Due anni fa – malgrado possa muovere solo testa, occhi e bocca – ha cominciato a navigare per provare – ha detto – quel senso di libertà che credeva perso per sempre.

Hilary Lister – che vive con il marito a Canterbury – è riuscita a condurre la sua barca a vela, ‘Malin’, di 8 metri, in uno dei tratti di mare più trafficati del mondo. Durante , Hla traversata è stata scortata dalla velista britannica Emma Richards che l’ha seguita a bordo di una barca d’appoggio.

"Sono molto emozionata e prima di partire ero molto nervosa. Ma una volta salita a bordo ho capito che sarei arrivata in Francia. Sono troppo testarda per rinunciare", ha detto Hilary all’arrivo a Calais, annunciando che il prossimo anno ha in programma la circumnavigazione della Gran Bretagna.

La barca, sponsorizzata dalla società internazionale Pindar, é stata modificata per essere governata esclusivamente con il respiro. E’ dotata di quattro interruttori elettrici, attivati soffiando in due tubicini di gomma, che alzano o abbassano la vela e muovono il timone.

 
(da: ANSA.it)

Vento in poppa, Hilary!

Attraversare la Manica con la sola forza del respiro. E’ l’impresa tentata da una trentatreenne inglese tetraplegica: se le condizioni meteo lo permetteranno, entro il 31 Agosto, in sei, sette ore dovrebbe compiere l’attraversata grazie a dei comandi impartiti dal suo respiro.
Da quattro anni, da quando cioè ha perso l’uso di gambe e braccia, Hilary – questo il nome della ragazza – vive su una sedia a rotelle, che muove grazie a un tubo di plastica che parte dalla sua bocca e termina a una centralina di controllo elettrica. Le funzioni della carrozzina vengono così gestite interamente grazie agli impulsi elettrici generati da soffi o aspirazioni.
E ora questa tecnologia è stata trasferita su una imbarcazione, che verrà guidata grazie a quattro interruttori elettrici, in grado di alzare o abbassare la vela e muovere il timone, tutti accesi o spenti dal suo respiro.

«La vela mi ha letteralmente ridato la vita in un momento molto difficile>>.

 

(da: www.disabili.com)

Monica, appena rientrata da COLONIA (GMG), ha risposto a Navid, giovane francese che vive ad Amsterdam

Hi Navid,finally,after so much time!I was really happy to read your e-mail.
I just arrived from Colonia,where I was at the WYD 2005!!!! It was a great and unforgettable experience.I went with an association of disabled people.
Why are you bored? After Arny* it was difficult for me too to start again, "more difficult"( Mirco saying) and I thank God who gave me the chance to go to Colonia(Koln). Here I met very special people, especially the disabled one; they gave me so much: their smiles, their irony and the possibility to help them. I gave just to get double back. I’m back to daily life, but we always go on together with Christ and you never get bored with Him.
Big kiss Navid. Write me back.   monica  ^___^
 
 
* Ad Arny, vicino a Parigi, a luglio si è tenuto un campo di lavoro internazionale organizzato dal Movimento dei Focolari.

Dio ci vuole felici.

 

            <<Frère Roger è stato un costruttore di pace, un profeta di speranza e di gioia. "Dio ci vuole felici", mi scriveva circa due mesi fa, ed ora lo pensiamo nella pienezza della gioia in seno alla Trinità>>.

 

                                              Chiara Lubich, 17-08-’05

A Fatina

Dolorosa, non triste.
Preghiamo per lui.
tiangtzu

La benedizione di frère Roger

 

A ciascuno di noi,
in questi tempi di Epifania,
Sofonia rivolge la parola profetica:
“il Signore tuo Dio è in te,
… Egli avrà in te la sua gioia,
… Egli ti rinnoverà con il suo amore,
Egli danzerà per te … “

– In comunione – Frère Roger

L’ultimo dono di frère Roger

Frère Roger Schutz, priore di Taizé, ucciso in chiesa, durante la preghiera per la GMG, ieri sera, 16 Agosto: “Un pugno di giovani, determinato e motivato, può cambiare la storia della propria città”.

IL VENTO DI DIO SUI GIOVANI D’EUROPA E DEL MONDO INTERO

…che passi un vento di nuova fede sulla gioventù, sopratutto sulla gioventù della Germania e dell’Europa. Se questa ventata riuscisse a far rivivere in noi la gioia di conoscere Cristo, e la Giornata mondiale della Gioventù riuscisse a imprimere un nuovo slancio alla Chiesa che è in Germania e in tutta Europa, penso che potremmo dire che  ha raggiunto il suo scopo.
 
(Benedetto XVI, affettuosamente denominato dai giovani "B 16", nella prima intervista rilasciata dall’inizio del suo pontificato e raccolta il 16 agosto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dal responsabile del programma tedesco della “Radio Vaticana”, il padre gesuita Eberhard von Gemmingen – da: ZENIT.org).

Oggi, da Colonia, riparte l’evangelizzazione dell’Europa

“Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia…” (Gv 20, 4).
Sia benedetto il Santo Nome di Gesù Cristo, il Signore, e siano rese grazie a Dio per la Santa Madre Chiesa!
Quanti giovani, in quest’ultimo ventennio, hanno liberamente scelto, anche grazie al dono speciale rappresentato dalle GMG, di ‘non adorare la bestia’ nella loro vita?
Lo sa ciascuno di loro (per “la testimonianza resa dallo Spirito al nostro spirito” – cf. Rom 8, 16) e lo sa Colui che scruta i cuori.
"Siamo venuti per adorarlo" (Mt 2,2): è il tema della oramai prossima GMG di Colonia.
Nel libro di Isaia si legge:

Ascoltatemi in silenzio, isole,
e voi, nazioni, badate alla mia sfida!
Si accostino e parlino;
raduniamoci insieme in giudizio.
[…]
Chi ha operato e realizzato questo,
chiamando le generazioni fin dal principio?
Io, il Signore, sono il primo
e io stesso sono con gli ultimi
(41, 1.4).

Questa la traduzione del testo nella Bibbia di Gerusalemme.
Ed ecco un’altra traduzione possibile, ancora più aderente al testo ebraico:

Silenzio, isole, davanti a me; nazioni, attente alla mia sfida!
Si accostino per parlare, compariamo insieme in giudizio.
[…]
Chi lo ha fatto ed eseguito?
Colui che chiama in antecedenza le generazioni.
Io, il Signore, il primo, io sto con gli ultimi

(cf. Schoekel, L.A. – Sicre Diaz, J.L., I profeti, Borla, 1989, p. 316).

La sfida di cui parla il testo biblico è lanciata da Dio in persona alle nazioni e ai loro dèi, su di uno scenario universale – isole remote comprese – e in un arco temporale altrettanto universale: la storia umana.
Una storia con tanti attori, ma un solo autore. E’ così pure del giudizio convocato: vi sono tanti attori come controparte, ma un solo Giudice.
“…se qualcuno ha qualcosa da arguire in contrario, lo dica”, chiosa il biblista.
Alla sfida, terribile, risponde il silenzio attonito degli sfidati.
“Tutti tacciono e [alla serie di domande, che Lui stesso ha posto, ndr] risponde il Signore, presentandosi per nome come l’autore di tutta la storia, che egli suscita con la sua parola e accompagna con la sua presenza, abbracciandola per intero” ( op. cit., p. 317).

All’inizio del III millennio, il tema della GMG di Colonia voluta dal Papa dei giovani non può non evocare alla mente di chi cerca di leggere i “segni dei tempi” il testo citato del Secondo Isaia. Non fosse altro che per quell’ “Io, il Signore, il primo, io sto con gli ultimi” : l’Atteso delle genti, che i Magi si recarono ad adorare, è un bambino, un neonato che con sua Madre trovò ricovero in un umilissimo riparo.
Giovanni Paolo II, nel Discorso di annuncio della XX GMG 2005:
Ripercorrendo con fede l’itinerario del Redentore dalla povertà del Presepio all’abbandono della Croce, comprendiamo meglio il mistero del suo amore che redime l’umanità. Il Bambino, adagiato da Maria nella mangiatoia, è l’Uomo-Dio che vedremo inchiodato sulla Croce. Lo stesso Redentore è presente nel sacramento dell’Eucaristia. Nella stalla di Betlemme si lasciò adorare, sotto le povere apparenze di un neonato, da Maria, da Giuseppe e dai pastori; nell’Ostia consacrata lo adoriamo sacramentalmente presente in corpo, sangue, anima e divinità, e a noi si offre come cibo di vita eterna. La santa Messa diviene allora il vero appuntamento d’amore con Colui che ha dato tutto se stesso per noi. Non esitate, cari giovani, a rispondergli quando vi invita "al banchetto di nozze dell’Agnello" (cfr Ap 19,9). Ascoltatelo, preparatevi in modo adeguato e accostatevi al Sacramento dell’Altare, specialmente in quest’Anno dell’Eucaristia (ottobre 2004-2005) che ho voluto indire per tutta la Chiesa.
"E prostratisi lo adorarono" (Mt 2,11). Se nel bambino che Maria stringe fra le sue braccia i Magi riconoscono e adorano l’atteso delle genti annunziato dai profeti, noi oggi possiamo adorarlo nell’Eucaristia e riconoscerlo come nostro Creatore, unico Signore e Salvatore.
"Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra" (Mt 2,11). I doni che i Magi offrono al Messia simboleggiano la vera adorazione. Mediante l’oro essi ne sottolineano la regale divinità; con l’incenso lo confessano come sacerdote della nuova Alleanza; offrendogli la mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare l’umanità con il Padre.
Cari giovani, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha.
Siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazione costante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili con la fede cristiana. E’ forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica, o in altre maniere non consone con la dottrina cattolica.
Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media.
L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la Roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il Principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana
.

A Colonia si sono diretti, come i Magi, fisicamente o anche solo spiritualmente, tanti giovani, che nel loro cuore stanno decidendo o hanno già deciso chi adorare.
San Giovanni, nella sua Prima lettera: “Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il maligno” (2, 13). L’annuncio centrale della Lettera, come è noto, è che: ”Dio è amore” (4, 8).
Non c’è retorica nel dire che migliaia e migliaia di cristiani adulti e anziani, come pure moltissime comunità cristiane, stanno intensificando la preghiera perché l’evento storico numero 2 del 2005 sia quel "momento di Dio” che la Madre del Bambino di Bethlehem desidera ardentemente, per la gloria di Dio, il costante ringiovanimento della Chiesa, la gioia piena dei giovani.
Entrambi gli eventi creeranno nel mondo un’ellisse ideale di conversione e di evangelizzazione, con due fuochi di riferimento: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

 

Frate silenzio, sòra solitudo

Chi ha potuto in qualche modo fare esperienza del Dio vicino sa che la solitudine è quello spazio interiore creato nel cuore umano che ha scelto il “porro unum”, l’unico necessario. Scriveva un santo carmelitano: Il silenzio e la solitudine sono fratello e sorella che si danno la mano per aiutarsi scambievolmente (Giovanni di san Sansone).

La solitudine non è spazio interiore quando è piena di sé, e il silenzio non è presenza e ascolto quando è assenza o rannicchiarsi in se stessi.

Bisogna uscire dalla caverna, per sperimentare la solitudine dell’incontro e il silenzio della Vita che fluisce e inonda… 

Saliamo sul monte, usciamo dalla caverna della nostra vita, e la brezza della predilezione ci recherà la presenza lieve e la parola eterna di Colui che Elia bramava incontrare.                               

sr teresa della +  o.carm.

 

www.januacoeli.it